giovedì 7 marzo 2013

LE AVVENTURE DELLA MIA AMICA CHRYSAORA - PUNTATA 5


La difficoltà di essere amica ad una come Chrysaora sta soprattutto nel fatto di doversi costantemente confrontare con l’imprevedibilità degli eventi e con lei non c’è mai da stare troppo tranquilli. Non è una che gli si può troppo dire come vedere le cose. Ha le sue idee e la sua personalità e meno male che ci sono persone come lei!
Ha anche i suoi modi personalissimi di affrontare le situazioni, come quella volta, e questa resterà negli annali, in cui non le sembrò troppo aver passato la notte tra l’agitazione e l’incredulità dopo una tentata rapina in una cabina telefonica, ma le servì anche un risveglio turbolento e concitato in vista del rientro a casa per il fine settimana.

Era sera, pioveva – diciamolo, Chrysaora ha bisogno della pioggia per dare il meglio di sé (chi ha letto le altre puntate capirà!) – e senza credito nel cellulare decise di prendere alcuni spiccioli, mettere il giubbotto sul pigiama, infilarsi un paio di scarpe e andare alla prima cabina telefonica per fare questa telefonata, della quale, a pensarci dopo, sarebbe stato meglio valutarne l’effettiva urgenza data l’evoluzione dei fatti.
Al di là delle fermate da via crucis a tutte le cabine in successione che Chrysaora fu costretta a fare,
il dilemma era trovarla in fretta perché pioveva. Qualcuno di voi ci avrà fatto caso, quando ti serve urgentemente una cabina telefonica, chissà perché, non se ne trova una funzionante, Ti indirizzi verso l’angolo in cui sapevi di trovarla  e un po’ stranita ti accorgi che non c’è, ma tu ne eri proprio sicura, guardi a destra e a sinistra e pensi “l’avranno spostata?!” e poi “cosa ho mangiato stasera? non saranno stati i funghi!” per accorgerti poi che ne è rimasta solo la base di cemento e la cabina in effetti è passata a miglior vita. Allora prosegui verso la successiva. Deve esserci una distanza standard tra cabine, prevista per coprire tutte le zone! Eccola, la trovi, è anche coperta, entri e ti accorgi che un chewing gum ottura la fessura per le monetine. Finché corri verso la terza cabina, mentre la telefonata che dovevi fare è diventata più urgente che mai e ci entri, la cornetta è chiazzata di qualcosa che non ti interessa nemmeno sapere cosa sia, ma funziona, fai le acrobazie per toccare il meno possibile e inizi a digitare il numero.
Così Chrysaora sotto la pioggia, in pigiama e sono sicura avesse anche l’ombrello rotto, di quelli pieghevoli, che dopo due volte che li hai usati devi stare ben attenta a non prenderti un raggio in un occhio!, iniziò a fare questa benedetta telefonata epica. Con la viscida cornetta in una mano e il cellulare per consultare il numero da chiamare nell’altra, come se la ricerca dell’apparecchio non fosse stata già abbastanza estenuante, ecco ch atterrò, si si proprio atterrò come un danno dal cielo, lo scippatore strafatto imbranato di turno. Piombò nella cabina barcollante gridando “dammi i soldi dammi i soldi dammi i soldi dammi i soldi”. A quel punto, sebbene biascicasse in un italiano discutibile, Chrysaora capì che quel soggetto irreale voleva i soldi. Spaventata dall’irruzione da film thriller per la serie “aggressione in una sera oscura e tempestosa in un vicolo ombroso” (Chrysaora ha una naturale tendenza a figurarsi l’impossibile!), anche un po’ tremante, lasciò cadere il cellulare dalla mano sinistra. Non potè subito non pensare “ecco, mi ha fottuto il telefono, come farò, i numeri, la rubrica, i messaggi, mi servono quei contatti” mentre nel frattempo guardò come in un rallenty, anche se un po’ a rallenty andava considerata la sua scarsa capacità di tenersi dritto su due piedi, lo scippatore chinarsi per afferrare il cellulare. All’improvviso le nuvole si rischiararono e un bel sole cominciò a splendere in quella tempestosa sera di inverno quando l’uomo, con un inaspettato slancio, prese il cellulare e glielo porse con un “ti è caduto il cellulare” per riprendere a biascicare subito dopo “dammi i soldi, I soldi”.
Chrysaora allora decise di cominciare subito a contrattare. Ci vuole polso fermo in certe situazioni! Propose all’ubriaco di tenersi il cellulare perché magari gli poteva servire (in realtà stava tentando di distoglierlo dal pensiero dei soldi), ma di lasciarle la scheda sim. Ma no, lui voleva i soldi.  A quel punto che altro pensare, ubriaco era ubriaco, e anche un po’ imbranato. Chrysaora si tastò le tasche e trovò 10 euro che gli diede anche volentieri salvo poi ordinargli di andarsene augurandogli di spendersi quei 10 euro in medicine. Lui la guardò male, come sì confà ad uno a cui si è appena augurato un malanno di quelli dolorosi, e Chrysaora concluse che forse era il caso di tornare immediatamente a casa. Bè la telefonata, inutile dirlo, non la fece più. Preferì  andare a dormire pensando “la gente è strana, si sa, ma il ladro ubriaco e gentile poteva capitare solo a lei.”

Il mattino dopo si svegliò stanca, mise un po’ di vestiti in valigia e in ritardo come al solito, insicura sull’orario del treno, si incamminò di fretta verso la stazione per tornare a casa per il fine settimana.
Lei lo ha sempre ammesso di non avere un talento specifico nel portare valigie su e giù per i marciapiedi soprattutto quando sono molto affollati, per non parlare quando le suddette valigie hanno rotelle simili a quelle dei passeggini per i bambini, che roteano su se stesse e più che facilitarti il trasporto concorrono a procurarti una slogatura del polso, ma quel giorno l’impresa si rivelò più ardua del solito.
Troppa gente presa troppo dalle proprie cose. Lei andava di fretta, porca miseria!
 Poverina la vecchietta, Chrysaora la definì come una ultracentenaria, ammaccata e ingobbita, che le capitò tra i piedi. Cercò di sorpassarla, ma non riuscì, come spesso accade quando si rimane imbottigliati nella folla capitando in coda alla lumaca di turno che ti ostacola anche lo slalom. Come fare? Niente di più facile. Dopo averla incalzata da dietro, sbuffato e tentato il sorpasso millimetrico….. Chrysaora appoggiò la valigia e sollevò di peso la Matusalemme, aiutandola a spostarsi di lato affinché lei potesse finalmente procedere. Non oso immaginare cosa pensò l’anziana, quello che pensò Chrysaora però lo so. E pensò che dopo l’incontro ravvicinato del 3° tipo della sera prima, e l’anziana che si era lasciata sollevare…forse era ora di cominciare a valutare l’ipotesi che qualcuno la stesse mettendo alla prova! 


N.B. Riferimenti a cose o persone sono assolutamente NON casuali. Si garantisce l’assoluta veridicità dei fatti.
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