AMERICAN HORROR STORY - ASYLUM 2X7



Con una trama legata a doppio nodo ad intenti fotografici dal gusto raffinatissimo, la settima puntata procede con coerenza, perché ormai di coerenza si tratta, tra le molteplici vicende dei protagonisti, i cui microcosmi tormentati confluiscono tutti nell’ospedale di Biarcliff.
Un piacevole ritorno in questo episodio, quello di Frances Conroy, l’anziana e criptica governante della stagione precedente, che qui invece veste i panni dell’Angelo della Morte: ruolo più che coerente alla maestria attoriale della Conroy, che anche qui mantiene la maschera della parte sopra le parti, come nella prima stagione della serie.

In questo 7° episodio Grace è in fin di vita a causa di una isterectomia mal eseguita. Invocato l’angelo della morte, verrà riportata alla vita dalle terapie di Arden deciso a salvarle le vita, se non altro per riabilitare il suo ruolo di medico.
Mary Eunice, sempre più indemoniata, intima all’angelo Conroy di andare via senza ottenere risultato e diventa vera protagonista conquistandosi il ruolo di burattinaia diabolica delle sorti di suor Jude, completamente sopraffatta dalle colpe di un passato che si rivela essere del tutto diverso da quello che la aveva legata alla penitenza per tutti quegli anni, e di Lana la quale, dopo essere scappata dalla prigionia in cui la teneva il dottor Thredsen, ripiomba, come in una sorta di incantesimo “diabolico appunto” nell’ospedale di Briarcliff affidata alle cure di suor Mary Eunice. Anche lei incontra l’Angelo della Morte, avendolo invocato, salvo poi chiedergli di tornare in un altro momento.
Un rapporto dialettico con la Morte, dunque, in questa puntata in cui il delicatissimo equilibrio tra morte e vita si regge precario sulla speranza dei vari personaggi.
Il male domina ogni più piccola scelta in una dimensione totalizzante che non presenta via di scampo. L’atmosfera claustrofobica in cui i protagonisti sono coinvolti come in un labirinto che cambia forma in ogni momento contribuisce sempre di più ad accrescere il pathos a metà tra noir e psicologico, tratti distintivi di questa seconda stagione.

L’abilità registica di Murphy e Falchuk  non lesina virtuosismi e citazioni neanche in questa puntata, con picchi di particolare gusto nelle scene che riguardano suor Jude.

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